di Valentina Mazzuca*
Nel linguaggio comune i termini «fermenti lattici» e «probiotici» sono spesso utilizzati come sinonimi. La realtà è ben diversa: il fermento fa riferimento a microrganismi che producono acido lattico; il probiotico è un microrganismo facente parte di numerose famiglie, ma che non necessariamente producono acido lattico. I probiotici sono responsabili per quasi il 20% della costituzione di tutta la flora presente nell'intestino. Sapete dove possiamo anche trovarli? negli integratori alimentari (capsule, polvere liofilizzata, flaconcini da bere). Con un criterio ben preciso: devono essere specie-specifici (umano-compatibili) e non appartenenti a vacche, capre ecc. I migliori e sani ceppi batterici, riescono a resistere all'acidità dello stomaco e all'azione della bile e sono anche capaci di aderire alla mucosa riproducendosi e formando colonie permanenti. I loro effetti dipendono dai ceppi selezionati (ne esistono migliaia e ogni ceppo ha un'attività e un'azione proprie), dalla concentrazione assorbita giornalmente e dal metodo di fabbricazione dei prodotti (affinché i probiotici restino vivi). Due ceppi, forse i fondamentali a mio avviso, sono i bifidobatteri e i lattobacilli, che svolgono un ruolo importante nel mantenere in equilibrio i vari gruppi batterici e nel favorire, quindi, lo stato di salute dell'organismo, detossificando l'ambiente intestinale. Senza la protezione acida dei probiotici, i patogeni si moltiplicano e risalgono fino all’intestino tenue, responsabili della produzione di sostanze tossiche, come il fenolo, l'indolo, l'ammoniaca, e di ammine vaso costrittive, come l'istamina e la cadaverina, che, oltre ad affaticare fegato e reni, possono causare diarrea, coliti e gastroenteriti. Esistono poi lattobacilli, come il Fermentum, che produce una grande quantità di Glutatione, il vero ed unico protettore contro la formazione eccessiva di radicali liberi. Questa funzione aiuta il corpo a proteggersi dalle cosiddette «intolleranze alimentari», perché riduce l'assorbimento di sostanze non correttamente digerite.
*Biologa nutrizionista ed esperta in nutrizione in età pediatrica