di Sofia Guidetti
A Bari dal 14 al 16 novembre presso Villa Romanazzi il XVII Congresso Nazionale dell’Area culturale del dolore SIAARTI. Centinaia gli anestesisti rianimatori provenienti da tutta Italia per confrontarsi nel capoluogo pugliese sulle ultimissime novità previste dal ricco programma scientifico, con l'intervento di centinaia di relatori. Tanti gli argomenti all’ordine del giorno: dal dolore oncologico a quello neuropatico, dal dolore pediatrico alla medicina traslazionale; dal trattamento del dolore acuto in emergenza allo studio degli oppioidi del futuro, dalla riorganizzazione delle reti territoriali per le cure palliative al corretto uso della cannabis. E ancora, corsi di aggiornamento, conferenze plenarie, workshop e letture magistrali. Congresso preceduto da un corso Live di terapia del dolore interventistica, da un corso di anestesia loco regionale e da un corso per infermieri. Per la prima volta è stata organizzata una tavola rotonda aperta alla popolazione e alle associazioni di pazienti, con la partecipazone di alcune delle figure di rilievo nelle politiche sanitarie regionali e nazionali, per affrontare gli aspetti e i modelli organizzativi e gestionali del “pianeta” dolore. Il dolore è un grave problema sanitario in tutto il mondo, spesso trascurato a causa della mancanza di comprensione e consapevolezza tra gli operatori sanitari, i responsabili delle politiche sanitarie e il pubblico. Il dolore cronico, poi, è ancora troppo sottotrattato in Italia: sarebbe importante rendere i cannabinoidi per uso medicale più facilmente disponibili e a costi più contenuti mentre dovrebbe migliorare la lotta all’oppiofobia ancora imperante. E’ quanto emerso da questa dichiarazione rilasciata da Leonardo Consoletti, Direttore Struttura SD di Medicina del Dolore dell’ Azienda Ospedaliero-Universitaria di Foggia, durante il XVII congresso Nazionale della Area Culturale del Dolore della SIAARTI. Il consumo di cannabis è inadeguato, in un contesto di tanto dolore cronico, troppo sottovalutato ovvero “bistrattato” - afferma Leonardo Consoletti. Intanto, secondo l’esperto, manca ancora un'adeguata cultura e una giusta informazione sugli oppiacei, non solo nel mondo ospedaliero-universitario e istituzionale ma anche in quello dei medici di famiglia e dei pazienti. E poi “occorre rendere la cannabis più facilmente disponibile e a costi contenuti” - sottolinea il medico foggiano e aggiunge che "sarebbe importante renderla rimborsabile da parte di tutte le Regioni in maniera omogenea". “In Italia - fa notare - si sta facendo molto poco per ridurre il dolore cronico” e suggerisce anche di dar vita a più movimenti o associazioni sul modello della Fondazione Isal di Rimini che da diversi anni si propone di diffondere tra i cittadini i contenuti della legge 38/2010 (legge sul dolore–ndr): lotta al dolore inutile quale è il dolore cronico ed il diritto ad avere un ristoro del proprio dolore in ogni dove d’Italia, in maniera omogenea e senza differenze di trattamento. Molte inoltre le criticità dal punto di vista legislativo ed etico. E tra le tante, Leonardo Consoletti evidenzia quella per “la tutela legale dei pazienti alla guida di autoveicoli e che devono assumere oppiacei e/o cannabinoidi per motivi clinici”. Ma cosa c’è di nuovo nel confronto Cannabinoidi - Oppiacei? “Per i Cannabinoidi antalgici stanno crescendo le evidenze di efficacia ma sono ancora anedottiche: il timore è di essere allo stesso anno zero dei cinquemila anni fa dell’oppio che pure nasce come una pianta. Da allora si è avuto un lungo cammino per gli oppiacei ma ancora vi sono difficoltà prescrittive in tutto il mondo. Oggi il timore è quello di ripetere con la cannabis gli stessi errori”, risponde l’esperto. “La vera novità - conclude - potrebbe essere allora quella di condurre seri studi scientifici per giungere a livelli di EBM (evidence based medicine) accettabili per facilitare la prescrizione sia di cannabinoidi che di oppiacei”. [14 novembre 2018]