La signora Reneta Kamenova (nella foto con il condirettore di Notiziario Salute, Francesco Pungitore) è una giovane mamma calabrese di Petrizzi, piccolo centro collinare in provincia di Catanzaro. La sua storia è un intreccio di sentimenti ed emozioni: inizia con il lieto evento della nascita di una bambina, in parte offuscato dall'amara sorpresa di scoprire l'esistenza di una malattia congenita di cui mai aveva sentito parlare. Sua figlia ha il piede torto. Uno choc per l'intera famiglia. Allo sconforto segue la speranza, ovvero la scoperta, su internet, di un metodo mini-invasivo capace di garantire una correzione anatomo-funzionale in più del 95 per cento dei casi indipendentemente dalla gravità iniziale. E' il cosiddetto metodo Ponseti, dal nome del prof. Ignacio Vives Ponseti, pioniere dell’Ortopedia Pediatrica mondiale ed inventore del metodo Ponseti per la cura del piede torto. Ma in Calabria non ci sono medici specialisti certificati per la cura del piede torto con il metodo Ponseti. E così la signora Reneta si mette in viaggio per raggiungere il centro accreditato “Ponseti Italia” più vicino, che si trova a Bari. Il sacrificio viene ripagato. La sua bimba guarisce e, oggi, gode di ottima salute.
“Ho deciso di raccontare la mia storia - dice Reneta Kamenova a Notiziario Salute - per dare un aiuto agli altri, a chi, in Calabria, vive la mia stessa problematica e non trova risposte”.
Il piede torto è la settima malattia congenita più frequente alla nascita e contende il primato alla displasia congenita dell’anca tra quelle a carico dell’apparato muscolo-scheletrico. Nel mondo ogni anno nascono con questa deformità circa 150-200.000 bambini, circa 600 nel nostro Paese. Si presenta bilateralmente in poco più del 50% dei casi, e la sua eziologia non è ancora del tutto conosciuta, pur essendo stata dimostrata una componente genetica il cui meccanismo fisiopatologico non è noto. La gravità del piede torto varia da caso a caso. Esistono deformità lievi e poco rigide che si correggono bene con 3-4 apparecchi gessati e senza dover allungare il tendine di Achille, mentre altre sono molto più complesse e rigide. Basandosi sulla conoscenza dettagliata dell’anatomia patologica e funzionale del piede torto e della auxologia del piede, il metodo Ponseti, attraverso l’esecuzione di precise e delicate manovre manipolative associate a un gesto chirurgico “mini-invasivo”, ha dimostrato di poter praticare in tempi molto rapidi una correzione anatomo-funzionale in più del 95% dei casi indipendentemente dalla gravità iniziale e prevenire e trattare le possibili recidive con un preciso protocollo di cura senza dover ricorrere necessariamente al trattamento chirurgico. Rispetto ad altre tecniche o protocolli di trattamento adottati, il metodo Ponseti consente di ottenere risultati clinico-funzionali a breve e lungo termine facilmente e rapidamente riproducibili se la metodica è praticata da personale medico ben addestrato oltre a un rapporto più conveniente in termini di costi/efficacia rispetto al trattamento chirurgico.
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