La prestigiosa rivista scientifica internazionale "Lancet" ha collocato la Sanità del Veneto al secondo posto in Europa, dopo la sola Finlandia, per la percentuale di esiti positivi di un cancro al seno, arrivata a essere superiore al 90%. La notizia è piovuta come elemento di soddisfazione per il presente e di speranza per il futuro nella sala convegni della Fiera di Godega di Sant'Urbano (Treviso), dove il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia è intervenuto all'incontro annuale organizzato dalla delegazione di Conegliano della Lilt - Lega Italiana per la Lotta ai Tumori - incentrato quest'anno sul tema della prevenzione. Il Governatore ha prima di tutto ringraziato la presidente della Lilt di Conegliano Anna Iva Bin, il Sindaco di Godega, il Dg dell'Ulss 2 Marca Trevigiana, i medici e senologi relatori, perché, ha detto, "non è facile trovare tante persone disposte a impiegare il loro tempo per incontrarsi a discutere di temi come questi in una domenica d'estate". Il Presidente della Regione ha anche portato una buona notizia: "Tra pochissimo - ha annunciato - approveremo in Giunta regionale la delibera con cui l'età di ingresso delle donne nello screening mammografico scenderà da 50 a 45 anni, allargando così in modo significativo il numero delle donne che potranno ricevere la prevenzione gratuita. "In Veneto - ha tenuto a sottolineare - nell'ultimo anno sono stati erogati 70 mila screening, ma abbiamo raggiunto livelli unici in Italia e in Europa anche per le cure e la loro organizzazione, basata sulle 'breast unit' ospedaliere che si prendono completamente in carico la donna, provvedendo anche alla definizione e alla prenotazione delle prestazioni necessarie, dalla prima diagnosi, attraverso l'assistenza psicologica, specialistica, senologica, radiologica, oncologica e chirurgica, fino ai follow up e all'auspicata guarigione. In Italia non esiste nulla di simile. Ma non basta - ha concluso il Governatore - perché il livello di attenzione è arrivato anche a prevedere la fornitura di caschetti di capelli per le pazienti in chemioterapia e l'esecuzione di tatuaggi per celare al massimo gli eventuali segni lasciati dalla chirurgia. Si chiama umanizzazione. Un messaggio a tutte le donne: combattiamo assieme un male che possiamo battere, non siete sole un minuto, la Sanità veneta vi accompagna passo dopo passo". (redns)